Ruffini: cancellare vecchie cartelle esattoriali per un fisco più semplice. In arrivo una nuova rottamazione
Svuotare il «magazzino» dalle cartelle esattoriali più vecchie e ormai, nella maggior parte dei casi, inesigibili, in modo da concentrare le forze nella lotta all’evasione che ancora si può recuperare e che ammonta a circa 107 miliardi l’anno di minori entrate, comprese quelle contributive.
Lo ha suggerito di nuovo il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Ruffini, nell’audizione alle commissioni Finanze e Bilancio di Camera e Senato, che hanno avviato un ciclo di riunioni di approfondimento legate alla riforma del fisco che il governo ha messo in programma per quest’anno.
Prima di Ruffini, che ha insistito sulla necessità di semplificare il sistema, rilanciando tra l’altro l’idea di un Testo unico delle norme fiscali, le commissioni hanno ascoltato, per la Banca d’Italia, Giacomo Ricotti, Capo del Servizio Assistenza e consulenza fiscale, che ha proposto di spostare il carico fiscale dai fattori della produzione, capitale e soprattutto lavoro, al consumo e ai patrimoni, in particolare realizzando finalmente la riforma del catasto, con l’adeguamento delle rendite ai valori di mercato.
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Un fisco più semplice
Qualunque sarà la riforma del fisco che il governo sceglierà, essa dovrà essere «operativamente semplice e trasparente», dice Ruffini.
Sul tavolo ci sono diverse ipotesi: dalla revisione delle aliquote e degli scaglioni Irpef al sistema tedesco di aliquota continua.
Tutte sono fattibili, è stato spiegato nelle audizioni, purché si tenga conto delle attuali storture da correggere: non solo l’eccesso di norme, ma la giungla di tax expenditure, cioè gli sconti fiscali accordati alle varie categorie che distorcono la progressività del prelievo.
Ruffini ha insistito anche sulla sua proposta di «tassazione per cassa» per le partite Iva, che permetterebbe di superare il sistema di saldi e acconti per andare a un prelievo commisurato all’effettiva differenza tra incassi e spese.
Con l’obbligo della fatturazione elettronica, che peraltro potrebbe essere estesa anche ai contribuenti nel regime forfettario del 15%, ha spiegato il direttore, «non ci sono impedimenti tecnici» per farlo.
Verso il nuovo decreto Ristori (il quinto)
In attesa che il dibattito sulla riforma entri nel vivo, il governo si appresta a varare un nuovo decreto Ristori (il quinto) dopo che il Parlamento avrà autorizzato un ennesimo scostamento di bilancio, cioè deficit aggiuntivo, il primo per il 2021, di circa 25 miliardi.
Al centro di questo provvedimento, annuncia la viceministra dell’Economia, Laura Castelli, ci saranno misure di agevolazione e di vera e propria sanatoria a favore dei soggetti colpiti da cartelle esattoriali.
Il rischio dei 50 milioni di cartelle esattoriali in partenza
Sullo sfondo il rischio, ricordato da Ruffini, che quest’anno, in mancanza di norme del governo, l’Agenzia sia costretta a mettere in moto 50 milioni di atti di accertamento e di riscossione (quelli bloccati nel 2020 a causa della pandemia più quelli che si produrranno nel 2021).
«Noi crediamo – dice Castelli, ricollegandosi a questo problema e a quello del «magazzino» – si debba fare un intervento strutturale che cancelli quanto non è più recuperabile (ad esempio cartelle riferite a persone decedute, ad aziende fallite)», in pratica le cartelle prima fino al 2015.
Poi, aggiunge, « ci sono gli anni che vanno da 2016 al 2020, con due generi di questioni: le cartelle che sono già arrivate, su cui bisogna dare la possibilità di fare una nuova rottamazione a quelle persone che hanno aggiunto difficoltà a difficoltà che già avevano, e le cartelle che non sono ancora state emesse.
Qui il nostro compito deve essere fare in modo che se ne emettano il meno possibile», anche per evitare assembramenti per il ritiro.
«Quindi è importante – conclude Castelli – fare un’operazione con un saldo e stralcio per ridurre il più possibile queste emissioni».
Il precedente saldo e stralcio ha portato all’automatica cancellazione delle cartelle fino a mille euro.